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Rising Privacy Stars – Intervista a Vittoria Piretti

  • 6 min read

1. Nome, cognome, ruolo.

Vittoria Piretti, avvocato specializzato privacy, IT & Data Protection (Associate presso Pirola, Pennuto, Zei & Associati)

2. Potresti condividere con noi le tappe principali che hanno segnato il tuo percorso finoa diventare professionista nel campo della protezione dei dati e delle nuove tecnologie (“settore”)?

Sicuramente il primo passo per affacciarmi al ruolo di consulente in ambito Data Protection & IT è stato il superamento dell’esame di stato da Avvocato che mi ha permesso di collaborare con studi che si occupano di questa materia mettendomi a stretto contatto con i bisogni e le necessità delle società che ho affiancato nella consulenza giornaliera. Partendo quindi da un confronto diretto con i bisogni dei referenti interni ho approfondito sempre di più la materia e ho sentito il desiderio di specializzarmi in questo settore iscrivendomi (e superando) nel 2019 il corso organizzato dall’Istituto Italiano Privacy sulla protezione dei dati & Data Protection Designer. Grazie a questo corso ho poi compreso l’importanza di affinare le competenze tecniche/informatiche e, tramite il confronto diretto con vari consulenti tecnici IT specializzati con cui ho collaborato/collaboro durante le attività quotidiane, nel 2022 ho prima deciso di iscrivermi ad master sul legal tech e, poi, questo anno ho conseguito un secondo master in ambito Cybersecurity & Data Protection che mi ha consentito di entrare a fare parte del CLUSIT.

3. Quali sfide pensi che le giovani professioniste debbano affrontare oggi nel settore, e come le hai superate e/o le stai superando?
La velocità con cui mutano le nuove tecnologie non consente spesso di avere basi normative certe e aggiornate con cui affrontare in modo pratico i bisogni dei clienti o delle società per cui si lavora. Ritengo che questo aspetto possa essere al contempo sia una sfida che una opportunità. Credo che questo sia un nodo complesso da sciogliere dati i necessari tempi tecnici che emanare una legge richiede, tuttavia, cercare di ragionare in modo concreto sulla base dei principi generali base, cercando di “buttarsi” anche su percorsi nuovi – purché ragionati – possa aiutare a fare progressi e a colmare “con la pratica” alcuni gap legislativi.

4. Quali cambiamenti ti piacerebbe vedere nel settore per facilitare l’ingresso e il successo di altre giovani donne?

Soprattutto in campo tecnico/informatico sarebbe bello poter allargare la componente femminile, magari istituendo percorsi di studi ad hoc o incentivi alla formazione di giovani donne sin dalle scuole superiori, di modo da creare una consapevolezza e una opportunità di crescita in campi che troppo a lungo sono stati considerati di appannaggio unicamente maschile. Questo indubbiamente potrebbe aumentare la cognizione rispetto le strade da intraprendere nel momento giusto e potrebbe facilitare l’ingresso (e il successo) nel mondo del lavoro sfruttando settori non ancora troppo diffusi. 

5. Hai dei modelli o mentor femminili all’interno del settore? Se sì, in che modo hanno influenzato la tua carriera?

Non ho un nome in particolare di riferimento ma, indubbiamente, tutte le donne con cui attualmente collaboro sia sul posto di lavoro, sia come referenti interni presso i clienti che seguo sono fonte di ispirazione, riflessione e crescita e mi stimolano ogni giorno a capire l’importanza di fare bene e con passione la professione che ho scelto, approfondendo le tematiche per cercare di essere d’aiuto e valutando bene quali siano le esigenze reali delle parti coinvolte al fine di addivenire ad una soluzione pratica e condivisa che possa essere d’aiuto. 

6. Quali strategie ritieni che le aziende dovrebbero adottare per valorizzare e promuovere i talenti femminili?

Credo che la promozione di iniziative come corsi di formazione e/o specializzazione ad alto livello finanziati integralmente dalle aziende; unita al coinvolgimento sin da subito delle risorse preziose in progetti di responsabilità con annessi investimento del tempo nella loro formazione e all’implementazione di un sistema meritocratico e premiale possano essere alcune valide strategie per contribuire ad innalzare notevolmente il livello qualitativo dei talenti femminili che collaborano presso la realtà aziendale con conseguente beneficio sia per l’azienda che per la forza lavoro.

7. Qual è stato il momento più gratificante della tua carriera finora e come ha influenzato i tuoi obiettivi futuri?

Anche in questo caso, come per la risposta alla domanda 5, non ho un unico momento in cui mi sono sentita soddisfatta quanto, piuttosto, una serie di eventi che mi hanno gratificata e che hanno contribuito a formarmi professionalmente, oltre a farmi capire quali possano essere i miei obiettivi futuri. Il superamento dell’esame di Avvocato, la redazione di pubblicazioni, il coinvolgimento in incarichi professionali sfidanti o anche il semplice confronto quotidiano con persone che stimo mi gratificano e mi fanno capire che la strada che ho scelto è quella giusta.

8. Quali risorse o iniziative consiglieresti a quelle che stanno iniziando la loro carriera in questo settore?

Indubbiamente seguire corsi di formazione e/o master altamente qualificati e tenuti da organismi/istituzioni affidabili e/o enti di certificazione riconosciuti a livello internazionale è una prima buona base di partenza per avvicinarsi alla materia e avere una panoramica generale e complessiva. In seguito, a seconda delle tematiche che piacciono di più sarebbe utile specializzarsi in un settore ben definito senza mai tralasciare anche gli aspetti tecnici/informatici che ritengo essere fondamentali per entrare nel vivo di questa materia. Credo poi che lo studio e l’informazione quotidiana anche tramite la consultazione di siti web specializzati o delle autorità di settore (non solo Europee) possano dare un valore aggiunto alla professione per capire un po’ quali siano le novità legislative o anche semplicemente per cogliere spunti di riflessione da condividere sia sul luogo di lavoro, che con i clienti. Infine, cercare sempre di tenere vive curiosità e passione per quello che si fa e non avere timore di confrontarsi possono essere alcuni suggerimenti che mi sentirei di dare alle nuove generazioni che stanno iniziando la loro carriera in questo settore.

9. C’è un consiglio pratico o una lezione che hai imparato e che ritieni essenziale per chi si affaccia ora nel settore?

Occuparsi di data protection significa implementare un sistema di gestione virtuosa dei dati in relazione a qualsiasi ambito di attività che implichi il loro trattamento. Per questo motivo è importante avere una mente aperta e un approccio multidisciplinare che includa, oltre alla conoscenza del diritto, una componente tecnica e pratica per poter collaborare nella quotidianità con i tecnici IT. Con questo presupposto, l’unico modo per comprendere bene questa materia è quello di praticarla trasponendo nella documentazione relativa alla data governance tutto quanto riportato nelle norme e/o nei documenti di indirizzo. Infatti, almeno per quanto riguarda la mia esperienza, senza pratica non credo possa esserci una vera crescita perché non c’è possibilità di imparare dagli sbagli.