1. Nome, cognome, ruolo.
Martina Macci, Addetto Ufficio Consulenza Legale presso l’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei Consulenti Finanziari
2. Potresti condividere con noi le tappe principali che hanno segnato il tuo percorso fino a diventare professionista nel campo della protezione dei dati e delle nuove tecnologie (“settore”)?
Mi sono laureata in giurisprudenza e, nel 2017, ho conseguito l’abilitazione per l’esercizio della professione forense.
Ho svolto il tirocinio formativo presso la segreteria generale delle Corte d’Appello di Roma e collaborato in diversi studi legali nei quali ho avuto la possibilità di confrontarmi con molti professionisti.
Successivamente ho ricoperto il ruolo di legal specialist presso Consap S.p.A., esperienza nella quale ho potuto sfruttare e accrescere le mie competenze all’interno di un contesto aziendale.
Nonostante la mia attività principale vertesse su altre discipline, ho sempre ritenuto che un legale, a prescindere dalle specifiche competenze, dovesse conoscere un settore così trasversale quale la protezione dei dati personali.
Mi sono, quindi, iscritta ad un corso di formazione sugli adempimenti e la redazione documentale in ambito GDPR, privacy e data governance.
Ha avuto poi inizio un nuovo percorso professionale in cui la mia curiosità, nata per un interesse personale, è cresciuta anche per uno scopo professionale: i quesiti astratti sono diventati concreti ed ho potuto toccare con mano l’importanza di un settore che, in fondo, costituisce un minimo comun denominatore di qualsiasi attività all’interno di un’azienda.
Durante questo percorso sto avendo la possibilità di confrontarmi con esperti che già da tempo lavorano nel campo della data protection, di incrementare le mie conoscenze e competenze.
3. Quali sfide pensi che le giovani professioniste debbano affrontare oggi nel settore, e come le hai superate e/o le stai superando?
Le sfide sono tante e incalzanti ed hanno un impatto generale su tutti i professionisti del settore: il crescente sviluppo tecnologico e la continua evoluzione normativa rappresentano sicuramente quelle principali (in proposito basti pensare ai temi dell’Ai e della cyber sicurezza).
Credo che sia utile cercare di avere una visione a 360° dell’impatto di tali cambiamenti, cercando di guardare l’evoluzione nel suo complesso e non solo con riguardo al singolo settore di competenza (nel mio caso legale), ciò in quanto tali sfide coinvolgono discipline e conoscenze molto diverse ma allo stesso tempo strettamente interconnesse.
Nel settore legale, poi, credo che la sfida principale sia quella di mettere a sistema la stratificazione normativa in corso e di comprenderne l’impatto nell’operatività aziendale per cercare di costruire una compliance integrata.
Formazione continua e networking sono gli strumenti più idonei per affrontare tali sfide ma a fare davvero la differenza è il tipo di approccio agli stessi: critical thinking nonchè partecipazione attiva e consapevole.
4. Quali cambiamenti ti piacerebbe vedere nel settore per facilitare l’ingresso e il successo di altre giovani donne?
I cambiamenti che mi piacerebbe vedere non riguardano solo questo specifico settore ma in generale il mondo del lavoro.
Sono stati già fatti dei passi in avanti finalizzati all’introduzione di strumenti di flessibilità al lavoro che consentono di conciliare vita personale e vita professionale.
Il mio auspicio è che si possa proseguire in questa direzione, evitando così che i nuovi talenti femminili si trovino nella condizione di dover scegliere tra la carriera e la famiglia, e che si possano abbattere quei bias di genere che spesso, seppur in maniera non evidente, rappresentano un ostacolo per l’ingresso di giovani donne nel mondo del lavoro.
5. Hai dei modelli o mentor femminili all’interno del settore? Se sì, in che modo hanno influenzato la tua carriera?
Nel mio percorso ho avuto la fortuna di incontrare e collaborare con diverse professioniste e da ognuna di loro ho cercato di apprendere qualcosa di positivo, sia a livello professionale che personale, ma il mio riferimento nel settore è la persona che mi ha consentito di poter lavorare nel campo della protezione dei dati e delle nuove tecnologie: la sua visione d’insieme, il suo approccio concreto nello studio delle varie tematiche e la sua esperienza sono sicuramente un modello per me.
È grazie a lei se sto avendo la possibilità di crescere in questo settore così specifico, di confrontarmi con esperti e di toccare con mano l’impatto che tale disciplina ha sull’intera organizzazione aziendale. Ciò sta influenzando non solo la mia carriera ma soprattutto la consapevolezza nel ruolo che sta crescendo anche grazie alla fiducia che mi viene data nell’affrontare questioni nuove.
Avere qualcuno che crede in te, che sappia valorizzare il tuo potenziale, che ti fornisca gli strumenti utili per affrontare sfide nuove è fondamentale, e per questo sono estremamente grata. Ogni giovane professionista dovrebbe avere un punto di riferimento che possa rappresentare uno stimolo per migliorarsi sempre di più.
6. Quali strategie ritieni che le aziende dovrebbero adottare per valorizzare e promuovere i talenti femminili?
Le strategie più efficaci dovrebbero, in primo luogo, derivare da scelte politiche consentendo così anche alle aziende di valorizzare e promuovere concretamente i talenti femminili.
Il processo di empowerment è un processo progressivo, perché si compone di diverse fasi, ed è trasformativo, perché l’obiettivo è di portare dei cambiamenti tangibili e misurabili, capaci di impattare non solo sull’individualità ma più in generale sulla collettività.
Diverse sono le strategie che le aziende potrebbero adottare per valorizzare e promuovere i talenti femminili: aumento delle posizioni di leadership che siano visibili all’interno e all’esterno dell’organizzazione, pari opportunità di avanzamento di carriera ed equità retributiva.
Ulteriori strategie potrebbero essere anche training per lavorare sulle soft skills, per favorire la consapevolezza e accrescere non solo le singole competenze e attitudini tecniche ma anche quelle trasversali quali, ad esempio, team working, time management e problem-solving.
7. Qual è stato il momento più gratificante della tua carriera finora e come ha influenzato i tuoi obiettivi futuri?
I momenti gratificanti nella mia carriera sono stati diversi e ognuno di essi ha inevitabilmente condizionato i miei obiettivi futuri.
Sicuramente l’inizio di questa nuova avventura professionale rappresenta uno di quei momenti, la chiave di volta per la mia crescita nel settore della protezione dei dati.
Essere coinvolta in progetti particolarmente complessi, che interessano diverse funzioni aziendali e diverse tematiche è una sfida significativa. Ciò sta alimentando il mio interesse per la data protection e costituisce uno stimolo continuo per accrescere, giorno dopo giorno, le mie competenze nel settore.
8. Quali risorse o iniziative consiglieresti a quelle che stanno iniziando la loro carriera in questo settore?
Consiglio di iscriversi ad associazioni che offrono servizi di mentoring per cercare di far rete e, contestualmente, di supportarsi.
Ma il supporto di altri, per quanto prezioso e fondamentale, non è sufficiente: è necessario riuscire in primis a coltivare le proprie, personali, capacità.
Consiglio, quindi, di partecipare alle innumerevoli occasioni di dibattito (webinar, convegni) perché possono essere un valido strumento per avere un approccio più consapevole e consentono di approfondire le diverse questioni in modo analitico, conducendo a valutazioni più consapevoli.
Infine, suggerisco di iscriversi a corsi di formazione che rappresentano una risorsa fondamentale per la crescita professionale, non solo di coloro che stanno iniziando un nuovo percorso professionale ma per chiunque svolga la propria attività in un settore così dinamico e in costante evoluzione.
9. C’è un consiglio pratico o una lezione che hai imparato e che ritieni essenziale per chi si affaccia ora nel settore?
Un consiglio pratico che voglio dare è quello di porsi continuamente delle domande, di non fermarsi mai ad un’analisi superficiale ma di avere sempre un approccio “critico”, di essere curiose e di alimentare costantemente tale curiosità.
Siate positive, grintose e non abbattetevi mai, neanche quando le cose sembrano non andare secondo i vostri progetti, perché prima o poi arriverà il vostro momento e allora potrete guardarvi alle spalle ed essere fiere di voi.