- Nome, cognome, ruolo.
Mi chiamo Deborah Paracchini e sono un avvocato del Dipartimento Intellectual Property & Technology dello studio internazionale DLA Piper.
In DLA Piper mi occupo di fornire assistenza in materia di contrattualistica, diritto delle nuove tecnologie e protezione dei dati personali, nonché diritto dei consumatori ed e-commerce, a vari clienti, sia in ambito nazionale che internazionale operanti, nei settori Luxury, Fashion, Cosmetics, Food & Beverage, Digital e Media.
In particolare, aiuto i nostri clienti a conformarsi al quadro normativo applicabile in modo pratico e operativo, adottando un approccio innovativo e particolarmente orientato al business dei clienti.
Sono anche un’appassionata ed esperta di Legal Design che cerco di utilizzare quotidianamente nella mia attività, insieme ad una metodologia di Design Thinking.
- Potresti condividere con noi le tappe principali che hanno segnato il tuo percorso fino a diventare professionista nel campo della protezione dei dati e delle nuove tecnologie (“settore”)?
Mi sono laureata, nell’ormai lontano 2016, in Giurisprudenza – con indirizzo di impresa – all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con una tesi in diritto industriale dal titolo “Licenze di marchio e prodotti di moda”.
Ancor prima di scoprire la realtà della protezione dei dati personali (in tutta onestà, all’epoca, non c’erano molti corsi universitari in materia), sono da sempre stata affascinata dal mondo della moda e dalla protezione della proprietà intellettuale ad esso correlata.
Volenterosa di mettermi in gioco, sin da subito, in una realtà aziendale internazionale e di mettere a frutto quanto, fino a quel momento, avevo letto solo sui libri universitari, nel maggio 2016, ho iniziato la mia prima esperienza, da giovane stagista neo-laureata, nella nota azienda televisiva Sky Italia. È qui che mi sono imbattuta (per uno strano caso del destino) nella protezione dei dati personali. Nello stesso mese, infatti, era stato approvato quello che sarebbe stato il mio “leitmotiv” negli anni a venire: il cosiddetto GDPR. Da un lato, l’incombente esigenza di conformità normativa alle nuove regole imposte dal GDPR e, dall’altro, l’ingente valore che rivestivano i dati personali dei clienti e degli utenti in Sky Italia, mi hanno permesso di avvicinarmi a questo settore e scoprire l’importanza dei dati personali specialmente nel nuovo mondo digitale a cui ci stavamo affacciando.
Terminata la mia esperienza in Sky Italia, sono poi approdata nel mondo degli studi legali internazionali. Sebbene la realtà aziendale sia sempre stato il mio “primo amore”, ho deciso di dedicarmi alla pratica forense per poter conseguire l’ambito titolo per cui avevo a lungo studiato. Dopo una prima esperienza in uno studio legale internazionale di stampo tedesco in cui ho avuto la possibilità di approfondire ulteriormente le mie competenze, specializzandomi nella protezione dei dati personali, nel picco massimo di celebrità del GDPR – nell’aprile 2018 – sono arrivata in DLA Piper. Ed è qui che ho trovato terreno fertile per gettare le basi della mia crescita professionale di cui il superamento dell’esame di avvocato è stata solo una tappa fra le tante opportunità avute e soddisfazioni raggiunte.
In un ambiente stimolante come quello di DLA Piper, infatti, ho avuto l’occasione di gestire molti progetti multi-giurisdizionali per la conformità di aziende internazionali che operano in più di 20 paesi, collaborando con colleghi di tutto il mondo, o di unirmi alle società stesse come secondee, facendo parte di gruppi di lavoro internazionali.
Non sono mancate, inoltre, le opportunità di formazione, networking e confronto con gli altri esperti del settore, anche scrivendo regolarmente in materia su riviste, libri e blog o contribuendo come docente in alcuni corsi di formazione (organizzati da IPSOA o dall’Istituto di moda Marangoni, solo per citarne alcuni). La partecipazione a conferenze, corsi e workshop internazionali – inclusi quelli organizzati dalla International Association of Privacy Professionals (IAPP) – mi ha, infatti, permesso di costruire una rete di contatti preziosa, oltre che di approfondire tematiche trasversali e di avvicinarmi alla normativa privacy statunitense.
Ed è proprio in questo contesto di continua evoluzione che mi sono appassionata al Legal Design, come nuova competenza e disciplina in grado di rendere accessibile il mondo legale a tutti.
- Quali sfide pensi che le giovani professioniste debbano affrontare oggi nel settore, e come le hai superate e/o le stai superando?
Credo che la sfida più grande per le giovani professioniste che si affacciano al mondo del lavoro in generale sia quella di trovare il proprio spazio e vedere riconosciuto il proprio valore.
Sarebbe riduttivo affermare che il nostro settore è ancora largamente dominato dagli uomini, dovendo anche riconoscere che faccio parte di un dipartimento composto perlopiù da donne, ma una delle sfide principali è sicuramente quella di garantire la parità di opportunità per entrambi i sessi. Credo fermamente che l’uguaglianza di genere non significhi solo avere più donne nei ruoli chiave, ma assicurare che tutti, indipendentemente dal genere e a parità di competenze, abbiano le stesse opportunità di crescita e successo. Personalmente mi ritengo fortunata di aver trovato, nel corso della mia carriera professionale, professioniste e professionisti in grado di valutare, in maniera obiettiva, le mie competenze e il mio potenziale. Al contempo, però, mi rendo conto che non tutte le realtà sono così virtuose.
Per farsi spazio in questo mondo, un’altra sfida importante è sicuramente quella di mantenere il passo con le rapide evoluzioni tecnologiche e normative. Per affrontare questa difficoltà, ho investito – e continuo ad investire – nella mia formazione, partecipando a corsi avanzati e ottenendo certificazioni rilevanti. Anche costruire una rete professionale solida, cercando sempre di collaborare con persone innovative e di talento, può essere la chiave per stimolare continuamente la voglia di documentarsi e accrescere la propria conoscenza.
Per quanto mi riguarda, mettermi in gioco su nuovi ambiti e discipline (come, ad esempio, il Legal Design) e dimostrare le mie competenze attraverso risultati concreti e contribuendo attivamente ai progetti con soluzioni innovative è stata la chiave per superare queste barriere e crescere professionalmente.
- Quali cambiamenti ti piacerebbe vedere nel settore per facilitare l’ingresso e il successo di altre giovani donne?
Come dicevo prima, in un mondo che si evolve rapidamente e che si avvale sempre più delle nuove tecnologie, è essenziale che tutti, indipendentemente dal genere, dal luogo di provenienza e dalle possibilità economiche, abbiano le stesse opportunità di crescita e successo.
La parità non significa semplicemente avere una rappresentanza equilibrata di persone diverse nei ruoli di leadership, ma piuttosto garantire che ogni individuo, a prescindere dalle sue diversità, abbia accesso alle stesse opportunità di formazione, carriera e realizzazione personale. È un principio che promuove l’uguaglianza di accesso, la trasparenza nei processi decisionali e la valorizzazione del talento in tutte le sue forme.
In questo contesto, promuovere una cultura che valorizzi la diversità e l’inclusione è cruciale. Le aziende devono creare ambienti di lavoro dove tutti si sentano accolti e rispettati, incoraggiando la collaborazione e l’innovazione. Eventi formativi e campagne di sensibilizzazione possono aiutare a costruire un ambiente lavorativo più equo e armonioso.
Inoltre, la formazione è sicuramente un aspetto focale e uno dei passi fondamentali è garantire che la formazione continua sia accessibile a tutti. Le aziende e le istituzioni educative devono offrire programmi di aggiornamento professionale che siano facilmente fruibili, permettendo a chiunque di mantenere il passo con le evoluzioni del settore tecnologico e normativo. Corsi online, workshop e certificazioni possono essere strumenti potenti in questo senso. Anche creare programmi di mentorship in cui professionisti esperti possano guidare e supportare i giovani talenti può essere d’aiuto per chi cerca di entrare o avanzare in questo settore.
Nell’ampio novero delle disparità, non si può certo non fare una menzione altrettanto importante all’uguaglianza di genere. Come dicevo prima, infatti, è fondamentale implementare politiche che garantiscano la parità salariale e la trasparenza nei processi di promozione e avanzamento di carriera per monitorare e correggere eventuali disparità retributive e assicurarsi che le promozioni siano basate sul merito e sulle competenze, non sul genere. Inoltre, la tanto desiderata flessibilità lavorativa può essere una soluzione efficace per permettere a tutti, e in particolare alle donne, di conciliare vita professionale e personale in un mondo governato dall’idea che, a volte, per emergere si devono accantonare le proprie aspirazioni personali per dedicarsi completamente ed unicamente al proprio lavoro e alla propria carriera. In questo senso, però, è necessario un cambio nella mentalità delle persone che devono percepire la realizzazione personale come stimolo – e non come ostacolo – anche alla crescita professionale di un individuo.
Inoltre, la parità di genere e l’uguaglianza di opportunità non sono solo principi morali, ma anche fattori chiave per l’innovazione e la crescita economica. Un settore delle nuove tecnologie inclusivo e diversificato è in grado di sviluppare soluzioni più creative e di rispondere meglio alle esigenze di una società in continua evoluzione. È responsabilità di tutti lavorare per un futuro dove il talento e la competenza siano i veri criteri di successo, indipendentemente dal genere.
- Hai dei modelli o mentor femminili all’interno del settore? Se sì, in che modo hanno influenzato la tua carriera?
Sì, nel mio percorso professionale ho avuto la fortuna di conoscere molte donne che, dalla prima all’ultima e attraverso la passione che mettono nel proprio lavoro, mi hanno mostrato l’importanza della determinazione e della perseveranza per poter trovare il proprio posto in questo settore.
In particolare, molte di loro (con cui, tra l’altro, collaboro tuttora) mi hanno insegnato che – nonostante le difficoltà che si possono incontrare lungo il percorso – bisogna sempre lottare per raggiungere i propri obiettivi con costanza e caparbietà, affrontando le sfide che la vita ci riserva e credendo sempre nelle nostre capacità.
Questo mi ha, infatti, spronata a dare sempre il massimo e a cercare di migliorarmi sempre di più. Sono, quindi, grata a tutte loro per i preziosi insegnamenti e felice di avere avuto – e per molte di avere ancora – l’opportunità di lavorare insieme.
- Quali strategie ritieni che le aziende dovrebbero adottare per valorizzare e promuovere i talenti femminili?
Per valorizzare e promuovere i talenti femminili, le aziende dovrebbero adottare un approccio strategico e olistico che affronti le varie sfide che ho menzionato prima.
Adottando delle strategie efficaci, le aziende possono creare un ambiente in cui i talenti femminili non sono solo riconosciuti e valorizzati, ma anche supportati attivamente nel loro percorso di crescita professionale. A tal fine, essenziale è promuovere una cultura aziendale che valorizzi la diversità e l’inclusione, celebrando le differenze e promuovendo la collaborazione tra tutti i dipendenti.
Anche sostenere modelli di ruolo femminili all’interno dell’azienda e creare programmi di ambassador per motivare le giovani donne a perseguire carriere nel settore potrebbero essere di ispirazione. A tal proposito, si potrebbero implementare programmi di mentorship strutturati, in cui le donne possano ricevere guida e supporto da parte di altre professioniste esperte del settore. Questi programmi dovrebbero essere accessibili a tutti i livelli di carriera e mirati a sviluppare competenze specifiche e a facilitare la crescita professionale. Anche promuovere una mentorship reciproca, dove anche le giovani professioniste possono condividere conoscenze e prospettive innovative con le loro mentori, creando un ambiente di apprendimento bidirezionale, può essere un punto di svolta.
Per valorizzare i giovani talenti femminili, può essere utile anche creare programmi di formazione ad hoc: implementare programmi di sviluppo delle competenze specificamente progettati per le donne, che coprano aree come leadership, gestione del tempo, negoziazione e altre soft skills essenziali può, infatti, aiutare le donne a rimanere aggiornate sulle ultime tendenze e competenze necessarie nel settore delle nuove tecnologie. Inoltre, incentivare e finanziare la partecipazione delle donne a conferenze, workshop e altri eventi di settore non solo permetterebbe alle donne di ampliare le loro conoscenze, ma le offrirebbe anche opportunità di networking e visibilità nel settore.
- Qual è stato il momento più gratificante della tua carriera finora e come ha influenzato i tuoi obiettivi futuri?
Non ne ho uno solo, ma il mio percorso è stato caratterizzato da più momenti gratificanti e piccoli successi personali che mi hanno dato la spinta giusta e l’entusiasmo necessario per continuare in questa direzione.
Sin dal primo momento in cui sono stata selezionata in Sky Italia e poi nelle mie esperienze successive, fino ad arrivare al riconoscimento che mi sono guadagnata in DLA Piper, è stato un susseguirsi di traguardi raggiunti e nuovi obiettivi a cui aspirare.
In particolare, ricordo con grande soddisfazione quando ho vinto, insieme al mio team (Lex Designers) con un progetto sulla Privacy Policy di Tik Tok, il primo hackathon nazionale di Legal Design, promosso da Legal Hackers Roma, con il patrocinio e la partecipazione del Garante per la protezione dei dati personali.
Nella vita di tutti i giorni, invece, provo sempre soddisfazione quando mi vengono affidati progetti internazionali per importanti clienti oppure quando ho l’occasione di confrontarmi con le autorità, come in caso di ispezioni o contenziosi. Anche poter partecipare come speaker ad eventi e convegni trovo che sia stimolante. Il valore e le responsabilità che mi vengono affidate dai miei collaboratori e dallo studio in cui lavoro, nonché il riconoscimento che mi dimostrano i clienti e gli altri professionisti del settore, mi confermano infatti di essere sulla strada giusta e mi spronano a crescere ancora.
Dulcis in fundo, però, se devo pensare ad un momento di gioia incontenibile nel mio percorso di carriera è stato sicuramente quando ho superato l’esame di abilitazione…un traguardo per cui ho lavorato tanto e in cui ho tanto creduto e sperato!
- Quali risorse o iniziative consiglieresti a quelle che stanno iniziando la loro carriera in questo settore?
Consiglierei di frequentare corsi di specializzazione e di ottenere certificazioni riconosciute a livello mondiale, come le varie certificazioni dello IAPP (CIPP/E, CIPP/US, ecc.).
È anche utile partecipare a convegni, conferenze e workshop, oppure a discussioni in gruppi di lavoro, comitati di settore o attraverso associazioni professionali per rimanere aggiornati sulle ultime novità e cogliere tutte le opportunità di confronto con altri professionisti del settore. Questo può, altresì, aiutare a costruire una rete di contatti solida in grado di offrire opportunità preziose di crescita e mentorship.
- C’è un consiglio pratico o una lezione che hai imparato e che ritieni essenziale per chi si affaccia ora nel settore?
Il mio motto è: crederci sempre e non mollare mai!
Credere sempre nelle proprie competenze e responsabilità e non mollare mai, neanche quando ci sentiamo sopraffatti dal lavoro, dagli impegni e dalle responsabilità o ci sembra che non ci venga riconosciuto il giusto valore.
Per far sì che questo accada, un consiglio pratico che posso dare è di essere sempre aperti a mondi ed esperienze nuove. Nel settore delle nuove tecnologie, le cose evolvono rapidamente, quindi è fondamentale abbracciare il cambiamento senza timore, rimanendo aggiornati, essendo disposti ad approcciare cose nuove e non smettendo mai di imparare. Inoltre, circondarsi di professionisti e collaboratori che possano fungere da supporto ed essere dei buoni consiglieri può fare la differenza nel proprio percorso di carriera.