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Leading Voices – Intervista a Denise Medri

  • 6 min read

1.Nome, cognome, ruolo.  

Denise Medri, amministrativo  

2. Quali sono le supereroine a cui ti sei ispirata/ a cui ti ispiri?  

Conosciuto il mondo della protezione dei dati, non mi ci sarei mai addentrata se non fosse stato per  l’illuminante conoscenza fatta di una consulente privacy, giovane, donna, e ancora oggi mia mentore  professionale, il cui pragmatismo ed entusiasmo mi hanno conquistata e condotta con sorpresa in un settore  ricco di attinenze con il presente e utilissimo strumento per comprendere e meglio orientarsi nella realtà di  tutti i giorni. 

3. Puoi raccontarci la tua esperienza come donna nel settore della protezione dei dati e delle nuove  tecnologie (di seguito “settore”)? 

Sono entrata nel settore molto giovane e come dipendente di azienda privata. Per i primi anni, la più grande  sfida è stata quella di affrontare un contesto che non aveva ancora tra i propri primari obiettivi strategici quello  dell’abbattimento del divario di genere, soprattutto in un ambito delicato come quello del settore in parola,  che comporta rischi elevati sotto molteplici punti di vista. Considerevole è stato quindi lo sforzo profuso nella  gestione delle discriminazioni, attraverso la costante dimostrazione di saper e poter svolgere con competenza  e diligenza la mia prestazione pur essendo donna. Ad ogni buon conto, la tenacia, la curiosità e il desiderio di  eliminare i pregiudizi hanno portato alla vittoria sugli ostacoli iniziali e ad un enorme accrescimento personale;  segno questo di aver operato in un contesto dimostratosi alla fine aperto al cambiamento ove proposto con  misura. 

Successivamente, passata ad altro settore, ho avuto la fortuna di trovare un ambiente in cui le sfide che avevo  affrontato in precedenza erano già state ampiamente superate da altre donne prima di me; ciò a riprova del  fatto che il cambiamento è possibile, e in positivo, quando c’è la volontà di accoglierlo. 

4. Come vedi il ruolo delle donne nel settore?  

Per quella che è stata la mia esperienza, mi è sembrato che il numero delle donne addette al settore sia aumentato negli ultimi cinque anni e credo che in generale le donne in questo ambito siano meglio accolte  che in altri settori. Quindi penso che nel settore in questione ci sia davvero un buon margine per migliorare la posizione delle donne, anche nelle realtà più difficili. 

5. Qual è il valore della diversità nella leadership?  

Dovendo essere declinata in diversi fattori, che non includono solo il genere, ritengo che la diversità nell’ambito  della leadership costituisca sicuramente un valore aggiunto poiché il contrasto di punti di vista, ove accolto e  ascoltato, può tradursi in convergenza di posizioni diverse e arricchimento di competenze, soluzioni e idee,  nonché in maggior rendimento. 

6. Ritieni che ci sia una gender gap nel settore? Hai mai dovuto affrontare stereotipi di genere o  pregiudizi durante il tuo lavoro?  

Mio malgrado, sin dalle mie prime esperienze lavorative, mi sono trovata a combattere con stereotipi e  pregiudizi legati all’essere una donna. Per quello che ho potuto apprezzare finora anche attraverso l’esperienza  di donne a me vicine, credo che nel nostro Paese si debba fare ancora tanto per maturare una cultura che  possa condurre ad un vero e proprio abbattimento della gender gap esistente nel mondo del lavoro in  generale, e quindi anche nel settore in parola. Inoltre, penso che il percorso di cambiamento verso la  diminuzione del divario di genere sia stato negli ultimi tre anni piuttosto rallentato anche dalle vicende  socioeconomiche che hanno interessato come altri Paesi anche l’Italia e hanno distratto sicuramente risorse  che avrebbero potuto essere investite in sensibilizzazione, formazione e revisione dei modelli organizzativi  nelle aziende. L’auspicio è dunque che si evitino altre battute di arresto e si possa presto ritrovare spazio per  tornare ad affrontare con impegno il tema del divario di genere e a realizzare i buoni principi portati dalle più  recenti norme e piani strategici, anche europei, sul punto. 

7. Come può l’empowerment femminile influenzare positivamente il settore?  

Ancora oggi, nonostante si parli sempre di più di diversità, inclusione ed empowerment femminile e anche la  politica abbia posto il tema nei propri obiettivi prioritari, secondo me, l’essere una leader donna implica

l’innescarsi di un silenzioso e talvolta inconscio meccanismo di lotta contro il pregiudizio, che alla fine conduce la donna a mettersi continuamente alla prova, a tendere sempre al superamento degli ostacoli e al  miglioramento costante di sé. Pertanto, senza voler cader in generalizzazioni sulle attitudini solitamente  attribuite alle donne (quali, ad esempio, la sensibilità, la capacità di svolgere più attività contemporaneamente  e quella di empatizzare), a mia sensibilità, se riconosciuto, rispettato e valorizzato opportunamente,  l’empowerment femminile può portare al settore in cui le donne intervengono un beneficio in termini di impegno, fidelizzazione, competenze e produttività, e ciò proprio grazie a quella costante tensione delle donne  verso il superamento di ogni tipo di difficoltà ed il miglioramento di loro stesse e della realtà in cui esse  operano. 

8. Quali iniziative ritieni essere utili per aumentare la partecipazione delle donne nel settore? Pensi che  la data protection e le nuove tecnologie possano essere utilizzate a questo fine? 

Sicuramente condividere esperienze e testimonianze, non solo tra donne, e confrontarsi anche con altri settori  può aiutare a sollevare nuovi temi ed a sviluppare idee da diverse prospettive per risolvere questioni aperte ormai da troppo tempo. Inoltre, sfruttando il settore in parola, che ben si presta a motore di rapide connessioni  e a luogo di facile condivisione, creare occasioni di incontro ed eventi, anche da remoto, costituisce una chiave  fondamentale per contribuire alla maturazione e al rafforzamento di quella cultura che già sta evolvendo e che  consentirà di diminuire sempre di più le discriminazioni di genere nella nostra società.  

9. Quali consigli daresti alle giovani donne che vogliono intraprendere una carriera nel settore?

Alle giovani donne adulte che desiderassero intraprendere una carriera nel settore o che vi fossero appena  entrate, suggerirei di affrontare l’esperienza con entusiasmo e di non farsi scoraggiare da pregiudizi e  discriminazioni che si trovassero ad affrontare. Inoltre, direi loro di non aver paura di rivendicare i propri diritti  e di manifestare le proprie necessità ed attitudini, nonché di sfruttare ogni evento come un’opportunità di  crescita, un’occasione per migliorare loro stesse e il loro contesto sociale.