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Leading Voices – Intervista a Laura Senatore

  • 8 min read
  1. Nome, cognome, ruolo.

Laura Senatore, avvocatessa e Partner di ICT Legal Consulting, Studio Legale Balboni Bolognini & Partners. Mi occupo principalmente di prestare consulenza in materia di protezione dei dati personali e con il mio studio ricopriamo il ruolo di DPO di numerose grandi società italiane ed internazionali. 

  1. Quali sono le supereroine a cui ti sei ispirata/ a cui ti ispiri?

Senza andare troppo lontano, la supereroina a cui mi ispiro è senza dubbio mia madre. Si è affermata come avvocatessa civilista nel contesto forense – indubbiamente patriarcale – della Campania degli anni ‘90 e, intanto, è riuscita sempre a mantenere un ottimo equilibrio tra lavoro e famiglia, insegnando alle sue due figlie la parità di genere e l’emancipazione, oltre che la passione per il diritto e la dedizione al lavoro.  

  1. Puoi raccontarci la tua esperienza come donna nel settore della protezione dei dati e delle nuove tecnologie (di seguito “settore”)?

Già durante i miei studi ho sviluppato un grande interesse per il diritto delle nuove tecnologie: ben prima del GDPR, ho fatto una tesi sul ruolo del dato personale nel contratto di social networking. Così mi sono appassionata alla protezione dei dati personali e, dopo un illuminante tirocinio al Garante per la protezione dei dati personali, ho deciso di specializzarmi in questo settore. 

La professione forense è, sin dall’Ottocento, un pilastro della mia famiglia.

Entrambi i miei genitori, i miei due nonni ed un bisnonno paterno sono avvocati, e mia nonna paterna è stata una delle prime laureate in giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli nel dopoguerra. Per questa ragione, lasciare lo storico studio di famiglia per specializzarmi in questo settore, che sapevo mi avrebbe portato lontano/allontanato da quella tradizione, è stato per me molto difficile. Ma oggi sono felice della mia scelta, anche perché ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada professionisti e professioniste che mi hanno consentito di imparare molto e velocemente, ed ai quali sono molto grata. Tornando indietro, rifarei la mia scelta. 

Da qualche anno sono diventata madre e questo mi ha messo di fronte alla nuova grande sfida di imparare a combinare le responsabilità professionali e familiari in un contesto spesso frenetico ed incalzante, nel tentativo di trovare il giusto equilibrio tra queste due sfere. Oggi, con un bambino di meno di tre anni e uno di sei mesi mi sento molto lontana dall’aver vinto questa sfida, ma ho sicuramente capito che sono necessarie una pianificazione accurata, una gestione efficace del tempo e una grande flessibilità per affrontare imprevisti e cambiamenti nelle priorità della propria giornata. 

  1.  Come vedi il ruolo delle donne nel settore?

Il ruolo delle donne professioniste del settore della privacy è indubbiamente in crescita. Nel mio lavoro ho spesso la fortuna di interagire con funzioni aziendali privacy e DPO di grandi realtà, nazionali ed internazionali, oltre che colleghi e colleghe di altri studi legali, e negli ultimi nove anni ho constatato un netto rafforzamento del ruolo delle professioniste specializzate in protezione dei dati personali. Sempre più spesso, in questi contesti, mi trovo in situazioni dove la percentuale di donne è anche superiore a quella degli uomini. Sicuramente, però, il divario di genere risulta meno appianato se consideriamo le posizioni manageriali e se entriamo nel merito della comparazione dei compensi.   

Un discorso a parte merita – a mio avviso – il settore della cybersecurity, che è ormai interconnesso in modo essenziale con quello della privacy. I dati statistici confermano che nell’area settore della cybersecurity la strada per la parità di genere è ancora molto lunga.

  1. Qual è il valore della diversità nella leadership?

La diversità nella leadership è condizione essenziale per combattere e modificare le discriminazioni strutturali, e non mi riferisco solo al genere. È fondamentale nei processi decisionali per ridurre il conformismo e i punti ciechi e per garantire la capacità di rispondere efficacemente alle esigenze e preoccupazioni di coloro che sono rappresentati dalla leadership. 

  1. Ritieni che ci sia una gender gap nel settore? Hai mai dovuto affrontare stereotipi di genere o pregiudizi durante il tuo lavoro?

A mio avviso, il gender gap non è nel settore in sé, quanto nella società, ancora indubbiamente intrisa di stereotipi di genere. Personalmente, mi ritengo abituata a reagire con decisione a comportamenti che considero vessatori e discriminatori per la mia persona innanzitutto e, quindi, anche come donna. Non nego che spesso mi sono sentita infastidita da banali e comuni stereotipi come quello del continuo giudizio basato sull’aspetto fisico delle giovani professioniste. Senza falsi buonismi, quanto sarebbe considerato strano ed inopportuno se qualcuno insinuasse che un uomo si è fatto strada nella sua carriera professionale sfruttando il suo aspetto? Eppure, insinuazioni e battutine di questo tipo sono ancora troppo comuni nei confronti delle professioniste e l’indignazione che ciò meriterebbe non è ancora sufficientemente diffusa. 

Invece oggi, da neomamma, sto facendo maggiore attenzione agli stereotipi che riguardano il rapporto tra vita familiare e professionale di noi donne e trovo che troppo spesso le donne in posizioni di leadership vengano criticate perché hanno scelto di non avere figli per dedicarsi alla loro carriera, oppure perché dedicano tempo alla propria famiglia, a discapito delle loro responsabilità professionali. Quindi quale che sia la scelta fatta, ci sarà sempre qualcuno che si senta in diritto di giudicare. Perciò, non bisogna curarsi di questo genere di giudizi. Invece, il giudizio che vale assolutamente la pena sforzarsi di tenere a bada è quello che noi stesse diamo delle professioniste e donne che siamo. 

  1. Come può l’empowerment femminile influenzare positivamente il settore?

L’empowerment femminile, inteso come il processo volto a tutelare il potere, l’autodeterminazione, i diritti e la partecipazione delle donne è – a mio avviso – componente essenziale per l’abbattimento delle diversità nel settore. Nel mio lavoro ho la fortuna di confrontarmi con moltissime professioniste e ho spesso potuto constatare quanto nell’ambiente lavorativo l’empowerment femminile diventi una forma di solidarietà, supporto e comprensione empatica nei processi lavorativi e umani che coinvolgono le donne sul posto di lavoro. In questo senso, la presenza femminile nella leadership è essenziale, perchè di esempio per le giovani professioniste. Questo contribuisce a rafforzare l’autostima, le competenze e la fiducia in sé stesse, superando visioni stereotipate riguardanti il proprio ruolo nella società, nel mondo del lavoro e nei percorsi di crescita professionale.      

  1. Quali iniziative ritieni essere utili per aumentare la partecipazione delle donne nel settore? Pensi che la data protection e le nuove tecnologie possano essere utilizzate a questo fine?

Come dicevo, se guardiamo al nostro settore, il divario è minore rispetto ad altri, ma esso risente comunque del condizionamento degli stereotipi che interessano la società – più in generale. Personalmente non amo le politiche e misure, come le quote rosa, che tentano in modo non strutturale e totalmente estemporaneo di riequilibrare “dall’alto” il divario di genere nelle posizioni di leadership. Ritengo, invece, che servano politiche sociali concrete che riducano le difficoltà che le professioniste vivono. Penso ad una maggiore regolamentazione della maternità per le giovani professioniste, a reali congedi parentali per le madri ed i padri, ad incentivi per implementare politiche flessibili sul lavoro, ad investire tra i giovanissimi nell’educazione e nella sensibilizzazione volti a contrastare gli stereotipi di genere e promuovere la concreta uguaglianza di opportunità. Infine, ma non per importanza, credo che – soprattutto tornando al settore – possano fare la differenza iniziative di networking, come programmi di mentorship, opportunità di formazione e promozione di modelli di leadership femminile nel settore. In questo, ammetto di aver riposto già molte speranze in PrivacySheLeaders!

  1. Quali consigli daresti alle giovani donne che vogliono intraprendere una carriera nel settore?

Il mio primo consiglio per le giovani colleghe è quello di investire al massimo delle loro possibilità nella propria formazione cercando di intrecciare competenze diverse. Intendo dire che è utile approfondire le competenze di cybersecurity per le colleghe con una formazione più giuridica e quelle giuridiche per le esperte di cybersecurity.      Padroneggiare la lingua inglese resta un requisito essenziale in questo settore. In estrema sintesi, l’asso nella manica per cambiare lo status quo e vincere la battaglia contro gli stereotipi rimane – a mio avviso – combinare conoscenza e competenze.

Il secondo consiglio che mi sento di dare è quello di fare in modo di circondarsi, quando possibile, nella vita personale e nel lavoro di persone che siano consapevoli dei limiti strutturali imposti dalla società e ritengano la parità di genere un obiettivo personale, dimostrandolo con i fatti: scegliere compagni che non si sentano minacciati dalla forza economica e professionale delle proprie compagne, contornarsi di colleghi e colleghe che diano importanza alle qualità delle persone indipendentemente dal genere, prediligere ambienti di lavoro che favoriscano la flessibilità e il benessere dei professionisti di tutti i sessi.  Quando ciò non è possibile, di investire tempo ed energia, per tentare di cambiare il modo in cui il ruolo della donna è visto nelle mura domestiche e sul posto di lavoro. Ogni piccolo passo in avanti è rilevante in questo senso: utilizzare nella propria quotidianità un linguaggio inclusivo, reagire sempre – anche con ironia e spirito – alla battuta sessista, difendere i propri spazi professionali nelle mura domestiche e quelli familiari nel contesto lavorativo, se si ha il privilegio di formare colleghi o educare figli dare la giusta importanza a questi concetti e fungere da esempio.