- Nome, cognome, ruolo.
Paola Casaccino, Avvocato-Senior manager in KPMG-Studio Associato Consulenza Legale e Tributaria.
2. Quali sono le supereroine a cui ti sei ispirata/ a cui ti ispiri?
Alda Merini, Luisa Spagnoli, Lidia Poet.
3. Puoi raccontarci la tua esperienza come donna nel settore della protezione dei dati e delle nuove tecnologie (di seguito “settore”)?
La mia esperienza nel settore è stata costernata dalla continua curiosità verso tutti gli aspetti della tecnologia e dallo stupore che da essi derivava. Non credo che la mia esperienza abbia subito mutamenti dettati dall’appartenenza al genere femminile, non mi sono mai sentita discriminata in quanto donna.
4. Come vedi il ruolo delle donne nel settore?
Nonostante le donne siano state storicamente sottorappresentate in molti settori tecnologici, compresa la sicurezza informatica e la protezione dei dati, ci sono sempre più donne che stanno entrando a far parte di questo campo e assumendo ruoli chiave. Le donne, infatti, stanno assumendo ruoli di leadership nel settore della protezione dei dati, come responsabili della sicurezza delle informazioni (CISO) e manager di team dedicati alla privacy e alla sicurezza. Queste donne leader portano competenze, prospettive e stili di leadership diversi, arricchendo il settore e contribuendo a migliorare la gestione delle questioni legate alla protezione dei dati. Senza ombra di dubbio, il divario di genere nel settore è ancora presente, ma grazie alla sensibilizzazione sul tema, agli obiettivi posti dal PNRR e a tutte le iniziative intraprese per stimolare la collettività sui temi di uguaglianza di genere, diversità ed inclusione, sono fiduciosa nel ritenere che la presenza di donne nel settore sarà esponenzialmente più alta nei prossimi anni.
5. Qual è il valore della diversità nella leadership?
La diversità sul posto di lavoro è un principio fondamentale che contribuisce al successo e alla crescita di qualsiasi azienda. Più nel dettaglio, la diversità nella leadership apporta valori aggiunti alla crescita aziendale. Ad esempio, immaginiamo una tavola decisionale composta da Leader provenienti da contesti diversi. Questi potranno portare prospettive e punti divista diversi, favorendo così la crescita del Business.
Inoltre, in un mondo sempre più globale, avere leader con diverse esperienze e prospettive culturali è fondamentale per comprendere i mercati internazionali e adattare i prodotti e i servizi alle esigenze dei clienti di diverse regioni.
Infine, non è da sottovalutare un ulteriore aspetto, ovvero la scelta dei professionisti, i quali prediligono lavorare per aziende che abbracciano e promuovono la diversità e l’inclusione.
6. Ritieni che ci sia una gender gap nel settore? Hai mai dovuto affrontare stereotipi di genere o pregiudizi durante il tuo lavoro?
Probabilmente sì, c’è ancora, seppur non marcata, una gender gap nel settore. Lo stile di comando è rimasto al maschile, le donne ai vertici sono ancora troppo poche per poter cambiare da sole schemi così radicati. Tuttavia, per quanto mi riguarda non ho mai subito pregiudizio nei confronti delle donne, se non che in una sola società che per altro si occupava di donne. Ritengo comunque che la sensibilizzazione sulle tematiche di genere, sull’inclusione e sulla diversità stiano aiutando a rendere il pregiudizio meno radicato aiutando sempre più giovani donne ad emergere nel settore.
7. Come può l’empowerment femminile influenzare positivamente il settore?
Ritengo che ciò possa avvenire in molteplici modi. L’incremento della presenza femminile nel settore porta una maggiore diversità di prospettive, esperienze e approcci. Questa pluralità di punti di vista aiuta ad affrontare le sfide del settore in modo più completo e creativo, favorendo soluzioni innovative.
Inoltre, le donne in posizioni di leadership si ereggono a modelli per altre donne, ispirandole a intraprendere carriere in questo campo e spingendo per una maggiore rappresentanza femminile. L’empowerment femminile nel settore della data protection può portare ad una maggiore sensibilizzazione sulle questioni di genere legate alla privacy, come ad esempio il cyberbullismo di genere, la violenza online o il revenge porn. A mio avviso, la tutela delle donne deve necessariamente passare anche attraverso una più diffusa cultura della protezione dei dati personali e consapevolezza del diritto di ogni persona alla propria riservatezza.
Ed infatti, il primo reato perpetrato, in particolare contro le donne, tramite mezzi tecnologici è, il cyber-stalking. Un reato che si interseca quasi sempre con la violazione della privacy. Le modalità più diffuse nell’ambito delle cyber-molestie implicano spesso il furto di identità digitali, hackeraggio di account. L’odio online, chiaramente, non colpisce solamente le donne, ma le proporzioni del fenomeno in relazione al target femminile è nettamente più ampio e le conseguenze dal punto di vista sociale assumono contorni differenti. Sensibilizzare tali tematiche permetterebbe di accelerare la creazione di politiche e leggi più attente alle questioni di genere nel contesto digitale, controllare le informazioni personali di qualcuno, senza regole e senza accordo, equivale a un indiscriminato esercizio di potere sulla persona.
8. Quali iniziative ritieni essere utili per aumentare la partecipazione delle donne nel settore? Pensi che la data protection e le nuove tecnologie possano essere utilizzate a questo fine?
Usando le parole della vicepresidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, Ginevra Cerrina Feroni:
«condividere con altri la propria esistenza quotidiana […] può diventare arduo, se chi è chiamato a fornire informazioni non si sente protetto da quelle che sente come invasioni nella propria sfera di vita privata. In questa prospettiva –non sembri un ossimoro– la privacy può diventare invece la chiave per “aprire” le donne al mondo e rompere l’eventuale isolamento vissuto.»
La privacy, infatti, non va intesa solamente come “diritto a essere lasciati soli”. Il settore della Data Protection ed in particolare l’utilizzo delle nuove tecnologie possono sicuramente contribuire ad abbattere la disuguaglianza di genere. La data protection, infatti, in molti casi diviene un alleato, uno strumento di tutela per le donne. Per citare un esempio, si pensi al caso in cui il Garante che, con il provvedimento n. 490 del 29 novembre 2018, ha ammonito alcune testate giornalistiche per la diffusione di dettagli sulle vittime di violenza sessuale (come la nazionalità delle vittime, le loro foto, le riprese dei luoghi di lavoro dove erano avvenute le violenze) ritenuti eccedenti i limiti del diritto di cronaca, sottolineando che la diffusione di informazioni che rendono identificabile la vittima risulta in contrasto con le esigenze di tutela della dignità della persona offesa.
In risposta alla prima parte della domanda di cui sopra, sicuramente è necessario intraprendere iniziative mirate. Come già sopra esposto la sensibilizzazione sul tema è il primo passo.
9. Quali consigli daresti alle giovani donne che vogliono intraprendere una carriera nel settore
Una carriera di questo tipo può sicuramente spaventare, creare timore. Il consiglio che mi sento di trasmettere alle giovani donne è quello di credere in sé stesse. Convincersi che non è l’appartenenza ad un genere piuttosto che ad un atro il fattore delta che costituisce il successo, ma è la determinazione, la voglia di farcela, la fiducia riposta in sé stessi. Con temerarietà si potrà raggiungere l’obbiettivo e questo non può essere determinato dal genere di appartenenza. Essere donne non deve essere uno svantaggio né un limite.